C’è aria da “missione compiuta” da ieri sera, a Napoli. L’obiettivo Champions League (con qualificazione diretta che eviti lo sconveniente dei preliminari) è stato centrato con una giornata d’anticipo prima della fine del campionato. E’ stato come rilasciare il fiato dopo averlo trattenuto un po’ più a lungo del previsto.
Lazio e Udinese sono sempre state a distanza di sicurezza, e i match-point a favore del Napoli, che aveva bisogno di un solo punto già dalla partita scorsa, parecchi. Ma la certezza che solo la matematica può dare, è un’altra cosa. La partita contro l’Inter di ieri sera si presentava come l’occasione perfetta per far esplodere la festa: in casa, davanti ai tifosi sempre numerosi e contro i campioni del mondo. Cosa chiedere di meglio? Certo, l’incontro è stato avvincente per solo un’ora, prima di trasformarsi in un’amichevole dall’esito scontato, ma poco importa.
Il triplice fischio di De Marco ha fatto partire la festa dei tifosi e “O’surdat ‘nnammurat” non aspettava che di essere cantata a squarciagola dagli astanti del San Paolo. In città i caroselli non si sono fatti attendere, in particolare alla Rotonda Diaz e sul lungomare. La festa è proseguita a lungo durante la notte e l’entusiasmo non è stato scalfito dalle polemiche dei giorni scorsi sul destino del mister Mazzarri, ieri acclamato dai suoi giocatori e portato in trionfo così come il presidente De Laurentiis. Il gelo tra i due sembra comunque essere meno glaciale.
Ma di mercato, allenatori e progetti futuri si comincia a parlare domani. Oggi si festeggia, si festeggia un traguardo che alla città e alla squadra mancava da ventun’anni. Quando a Napoli giocava un certo Diego.
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