C’è una cronaca antica della nostra città che racconta che nel finire del 1500 a Napoli fu ospitata una giovane principessa slava, Maria Balsa. Non si sapeva molto all’epoca, c’è sempre stato un mistero intorno a questa vicenda. Si trattava di una principessa slava destinata a un trono assediato dai turchi ma il padre restò sempre nell’anonimato.
Uno studio condotto dal ricercatore lucano Raffaello Glinni insieme all’università di Tallin è partito dallo stemma della famiglia Ferrillo, dove la giovane fu accolta e sposò il primogenito fondendo così gli stemmi. Nello stemma campeggia un drago, simbolo della casata del principe Vlad III, conosciuto come Dracula, ma molto insolito alle nostre latitudini.
Si tratterebbe di un’eredità difficile da gestire per la principessa che avrebbe fatto di tutto per tenere nascosta la cosa fino alla vecchiaia. Nella cattedrale di Acerenza nella Lucania, cittadina dove Maria Balsa si sarebbe trasferita seguendo il marito, c’è una raffigurazione della donna nelle vesti di santa che schiaccia un drago simbolo del padre Vlad detto l’impalatore per la tortura che destinava ai suoi nemici.
La storia potrebbe far sorgere più di un sospetto e per questo sta partendo una campagna per controllare le tombe della cattedrale di Acerenza, ma secondo il parere di alcuni studiosi la campagna di potrebbe estendere anche alla città di Napoli in quanto secondo questi ultimi sarebbero venuti alla luce documenti rarissimi che attesterebbero anche la presenza dello stesso Vlad, passato alla storia come Conte Dradula, all’ombra del Vesuvio.
Si tratta forse di pure ipotesi per il momento, ma si fa presente che contatti tra i regnati d’Aragona e l’omologo transilvano ci furono. Fu siglato un accordo, “del Dragone” appunto, tra il regno di Napoli, quello d’Albania e quello Rumeno per far fronte comune agli attacchi turchi e quindi non sarebbe da escludere a prescindere una storia del genere.
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