Un luogo straordinario, un vero gioiello barocco a Napoli, un museo tra i più visitati in Italia con capolavori straordinari
È tra i monumenti più belli di Napoli: un posto affascinante assolutamente da visitare che contiene capolavori unici al mondo. Parliamo del complesso conosciuto come la Cappella Sansevero, alle spalle di piazza San Domenico in pieno centro storico. Un posto bellissimo e con una sua storia particolare, fin dalle origini.
Le origini della Cappella
Si narra che un uomo, intorno al 1590, mentre era condotto da innocente in carcere all’altezza del palazzo dei di Sangro, in piazza San Domenico Maggiore, vide un’immagine della Madonna durante il crollo di una parte del muro di cinta del giardino. In quel momento promise alla Madonna di donarle una lampada d’argento e un’iscrizione se fosse stata riconosciuta la sua innocenza. E così fu, e da allora l’immagine divenne meta di continui pellegrinaggi.
Poco tempo dopo anche il duca di Sangro, gravemente ammalato, chiese alla Madonna la sua guarigione e, miracolato, fece costruire una piccola cappella ampliata dal figlio all’inizio del ‘600 e destinata a ospitare le sepolture della famiglia. L’immagine della madonna è ancora lì sull’Altare maggiore. Ma l’attuale struttura della Cappella e le opere in essa contenute si devono a Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, che dal 1740 ristrutturò la Cappella secondo un suo progetto iconografico e realizzato dagli artisti che lavorarono sotto il suo controllo.
Tutto fu realizzato secondo il suo schema: i mausolei delle cappellette laterali per gli avi illustri, i gruppi scultorei vicini ai pilastri (le Virtù) dedicati alle donne del casato, il pavimento a labirinto per la difficoltà del percorso sapienziale. L’intera Cappella è un luogo pieno di simbolismo, un monumento ideato per rendere immortali le glorie del casato.
Il Cristo velato
E poi c’è il capolavoro: il Cristo velato, una statua che è un vero capolavoro dell’arte mondiale. Si trova al centro della navata ed è una delle opere più suggestive del mondo. Commissionata ad Antonio Corradini, che già scolpito per la cappella la Pudicizia, non fu completata per la morte dell’artista (il suo bozzetto in terracotta è conservato al Museo di San Martino).
Il Principe Raimondo di Sangro chiamò pertanto un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, per realizzare “una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua”. Il Sanmartino non tenne molto in considerazione il bozzetto e realizzò un grande capolavoro: un corpo avvolto in un velo attraverso il quale si vedono la vena gonfia sulla fronte, le trafitture dei chiodi sui piedi, il costato scavato.
La sofferenza del Cristo coperto da un velo di marmo. Fin qui l’arte ma poi ci sono le leggende. Il Principe Raimondo di Sangro aveva fama di grande alchimista e su di lui si narrano numerose storie: una di queste riguarda il velo del Cristo. Per secoli, molti di coloro che hanno visto la statua sono rimasti increduli davanti alla splendida trasparenza del sudario e lo hanno ritenuto frutto di un processo alchemico di “marmorizzazione” fatto dal principe: tale idea era rafforzata dal fatto che, scendendo nei sotterranei della cappella, si trovano due scheletri umani con l’intero sistema delle vene integro e visibile. La “leggenda” vuole che il principe avesse sperimentato su due servitori l’intruglio che pietrificò il loro sangue e che poi ripetè l’esperimento sulla statua del Sammaritino creando il velo che ricopre il Cristo. Ma il Cristo velato è un capolavoro interamente in marmo e ricavata da un unico blocco di pietra.
Le storie si perdono a fronte dei documenti conservati presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli: tra le varie carte che dimostrano vari acconti concessi a favore del Sanmartino e firmati da Raimondo di Sangro cè ne una che dichiara esplicitamente: “E per me gli suddetti ducati cinquanta gli pagarete al Magnifico Giuseppe Sanmartino in conto della statua di Nostro Signore morto coperta da un velo ancor di marmo…”. Il Cristo velato è dunque un capolavoro di valore mondiale, realizzato da un unico blocco di marmo, che dovremo essere fieri di avere nella nostra città.
Le macchine anatomiche
Per chiudere con le leggende e l’alchimia parliamo dei due famosi scheletri (veri), di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema artero-venoso perfettamente integro, che sono nei sotterranei. Anche qui documenti d’epoca smentiscono qualsiasi alchimia del grande principe. Sono due cosiddette Macchine anatomiche realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno sotto la direzione di Raimondo di Sangro e ci sono documenti d’epoca che attestano il pagamento dei “lavori” nel 1763 e 1764.
L’unico dubbio riguarda come sia stato riprodotto all’epoca l’apparato circolatorio. Una anonima guida settecentesca alla Cappella Sansevero parla di “iniezione”. Si pensa pertanto a una iniezione in due cadaveri di una sostanza a base di mercurio o di una ricostruzione con diversi materiali. Ma il mistero avvolge tutta la meravigliosa Cappella, dal momento in cui si entra, sia per il velo che per i due corpi e fa parte dei tanti capolavori e dei tanti misteri di Napoli. Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, ha dunque raggiunto il suo scopo quando ristrutturò la Cappella rendendola un luogo pieno di simbolismo: ha realizzato un monumento che è riuscito a rendere immortale il suo nome e le glorie del suo casato. Assolutamente da visitare possibilmente con una guida.
Museo Cappella Sansevero: orari e prezzi
- Dove Via Francesco De Sanctis, 19/21 Napoli +39 081.5518470
- Orari: visite Tutti i giorni: 09.30-18.30 Ultimo ingresso consentito fino a 30 min. prima della chiusura Chiuso il martedì
- Prezzo: Biglietto ordinario: € 8.00, Artecard: € 6.00, Ragazzi da 10 a 25 anni compiuti: € 5.00, Scuole: € 3.00, Minori di 10 anni: gratis
- Sito web
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