Con “Il Lago dei Cigni” torna, al teatro Bellini di Napoli, l’incanto del balletto russo. Si tratta di uno dei più bei spettacoli di danza mai uscito fuori dal genio creativo umano e, sul fatto che sia uno dei più commoventi, non v’è dubbio alcuno.
“Il Lago dei Cigni” è l’essenza stessa del balletto, pietra miliare della danza più nobile, quella russa di XIX secolo, la quale può farsi vanto del nome celeberrimo del compositore Pëtr Il’ič Čajkovskij. I famosi passi, creati da Marius Petipa e ballati per la prima volta durante l’ultimo decennio di due secoli fa a San Pietroburgo, dalla compagnia di danza più famosa della storia, il Balletto imperiale Mariinskij, saranno enfatizzati dalle scenografie incantate di Evgeny Gurenko e dai costumi di scena immaginati da Elik Melikov.
Dal 15 al 20 gennaio 2012 il teatro Bellini di Napoli sarà la sede di questa fiaba triste e il suo palcoscenico si tramuterà nel gelido stagno di questo balletto. La vera protagonista non può che essere la grande danza di Mosca, che giungerà, maestosa, nel teatro napoletano, attraverso le punte e i tutu de La Classique, oggi tra le migliori compagnie di danza. Questa compagnia, a dispetto, o forse, sarebbe meglio dire, a ragione, della sua formazione rigorosissima, si propone di allentare i formalismi, che qualcuno definirebbe obsoleti, della danza classica, con l’obiettivo, però, di restare sempre saldamente ancorati alla secolare tradizione della danse d’école.
È certamente una bella sfida, quella che si propone La Classique e in ballo (mi si perdoni il gioco di parole) c’è molto di più di uno spettacolo teatrale. Al contrario, questi tentativi “modernizzanti”, che intendono colpire il balletto “d’autore”, potrebbero dimostrare che la danza vincerà sempre la sfida del tempo e resterà, nei secoli, così com’è: immortale e immutabilmente perfetta. I prezzi degli spettacoli vanno dai 20 ai 10 euro.
Il commento
Affascinante e intensa, Anastasia Chumakova, mi ha estasiato nel suo ruolo di Odette. Epidermica in quelle braccia sottili e in quelle spalle che, davvero, sembravano piumate e tremanti. Terrorizzata per il suo triste destino, l’ho vista muoversi in quello stagno ghiacciato, come fosse, realmete, incatenata in quel corpo di cigno, elegantissimo ma, pure, mostruosamente opprimente. Sarete terrorizzati dalla forza maestrosa del perfido Von Rothbart, fino al punto da chiedervi come sia possibile che il gracile Principe Siegfried possa alla fine, col suo solo amore, averla vinta su di lui. Ma, sopprattutto, sorriderete e riderete del buffone, eccellentemente interpretato da Migunov, tra i migliori su quel palco, assieme alla Chumakova. Vi sentirete vicini a quel ragazzetto saltellante, perché anche lui, come voi, lì, fra quegli altri, non è che un semplice spettatore.
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