Per chi ci abita, Napoli è una città piena di problemi, disorganizzazione, e cose da migliorare. Per chi ha l’ardore ed il coraggio di liberarsi di preconcetti e luoghi comuni abbandonandosi alla scoperta di una delle città più antiche e ricche di storia del vecchio continente il quadro è decisamente diverso.
Ingrid Williams del New York Times lo ha fatto facendosi trascinare da quella passione e da quel calore tutto partenopeo, guardando alla città ed alla sua gente, piuttosto che a quello che di Napoli si dice in giro per il mondo. La redattrice della sezione viaggi del principale giornale americano ha passato 36 ore nel capoluogo campano e le considerazioni entusiastiche insieme con gli inviti a visitare la città partenopea ripagano Napoli di anni passati agli onori della cronaca più per i sacchetti e le sparatorie che per il maschio angioino e Castel dell’Ovo.
Nell’articolo si legge che:
“la città di Napoli, nel Sud Italia, ha una reputazione macchiata da corruzione e criminalità, micro ed organizzata. Ma il cambiamento è in corso. Un nuovo sindaco ha avviato le iniziative necessarie a ripulire la città, a cominciare dalla liberazione delle strade con la rimozione dell’immondizia non raccolta e la ridirezione dei caotici flussi di traffico. Una fiorente scena di arte contemporanea sta spingendo la rinascita culturale della città….”.
Insomma, non si può dire che la Williams non abbia apprezzato la città e quello che questa ha da offrire. Il viaggio della reporter inizia dal lungomare Caracciolo, di cui ha apprezzato la meravigliosa vista sul monte Vesuvio oltre che il tramonto atteso sdraiandosi sugli scogli.
Poi un giro alla Villa Comunale ed alla Galleria Studio Trisorio di Chiaia per una mostra di Rebecca Horn. Cena alla Stanza del Gusto di Mario Avallone ed infine chiusura della prima serata napoletana nel caos dei baretti di Vico Belledonne a Chiaia. Nei giorni successivi il Madre di Villa Settembrini, il PAN di Via dei Mille, senza dimenticare il Teatro San Carlo, definito il più antico e più bello teatro d’opera europeo.
Piazza del Plebiscito e via Toledo, per apprezzare la semplicità dei napoletani e la maestosità dei palazzi di Napoli. Questi solo alcuni dei posti visitati dalla giornalista del New York Times, ma se vi piacesse fare il suo stesso tour in 36 ore, trovate tutti i dettagli nell’articolo originale qui. Lei è rimasta entusiasta e sorpresa e non è detto che non possiate esserlo anche voi (anche se siete scettici…e vivete a Napoli).
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