È molto antica la Statua del Dio Nilo, conosciuta come il “corpo di Napoli”, che si trova all’inizio di Spaccanapoli all’angolo con via Nilo. Risale infatti al 200-300 dC, ai primi insediamenti in città di viaggiatori egizi della zona di Alessandria, soprannominati “nilesi” in onore del grande fiume egiziano. E questi “Alessandrini”, che abitavano nella zona di via Nilo, decisero di erigere un tempio dedicato ad Iside in cui ci fosse anche una statua che ricordasse la loro terra natia.
Ed ecco apparire la Statua del Dio Nilo, conosciuta a Napoli anche come “Corpo di Napoli”. Andò perduta dopo il crollo dell’Impero Romano e fu poi recuperata durante i lavori di fondazione del Seggio del Nilo, attorno al 1476. In origine si credette che la statua rappresentasse Napoli che allatta i suoi figli e pertanto fu soprannominata il «corpo di Napoli». La statua non era comunque in buone condizioni e si dovette ricostruirne la testa che era andata perduta. Alla fine dei lavori fu collocata dove si trova ancora oggi e successivamente ristrutturata prima nel 600 e poi nel 700 dalla Corporazione degli Edili. Alla base della statua si possono leggere anche delle iscrizioni che ricordano i lavori effettuati dalla corporazione degli edili sia nell’anno 1667 che nell’anno 1734. E lì è rimasta intatta per secoli fino a quando, negli anni 50 ne fu trafugata sia la testa della sfinge, dove si poggia il braccio sinistro del Nilo, che la coda del coccodrillo ai piedi della statua.
Ed ora, dopo quasi sessant’anni la testa di Sfinge del «Corpo di Napoli» è stata ritrovata dai Carabinieri in Austria, in una collezione privata. Riportata a Napoli sarà rimessa al suo posto e per questo è già nato un comitato dal nome “Mettiamo la testa a posto” che si propone di curare i restauri e valorizzare la statua. Vi terremo informati sulle iniziative.
Foto 1 (CC) a kevanport | Foto 2 (C) ilmattino.it
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