Un rito tipico della Pasqua sono le cosiddette “processioni del Venerdì Santo” una tradizione probabilmente importata dalla Spagna, che si rinnova in Campania ogni anno.
I riti sono detti “misteri” e ricordano la Passione di Cristo, e vengono svolti in vari centri della Campania nel giorno di Venerdì Santo. Vediamo quali sono quelle che negli anni hanno riscosso maggior attenzione in giro per la Campania
Sorrento – la Processione dell’Addolorata
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Molto scenografica il Venerdì Santo a Sorrento c’è La Processione dell’Addolorata o della Visita ai Sepolcri. La processione inizia di notte nelle prime ore del Venerdì Santo per le strade del Centro e prevede il rientro in chiesa alle prime luci dell’alba. I partecipanti vestono un saio bianco con cinta nera e il volto coperto dal cappuccio. La processione è aperta da una banda musicale che suona celebri marce funebri e c’è un gruppo di circa 200 cantori che intona, su canti gregoriani, i versi in latino del salmo 50. Partecipano circa 500 figuranti illuminati da tante fiaccole che conducono la statua della Madonna Addolorata per le vie della Passione.
Procida – la Processione dei Misteri
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E’ una processione molto antica la Processione dei Misteri a Procida. Anche qui verso le 5 del mattino i giovani uomini di Procida, vestiti con gli abiti della Confraternita dei Turchini, (fondata nel 1629 dai Gesuiti) portano a braccia i carri allegorici che vengono chiamati “misteri” su un suggestivo percorso fisso, dal borgo più antico di Terra Murata fino al porto della Marina Grande. Chiude la processione una statua del Cristo morto e la processione è accompagnata dal suono della tromba e del tamburo a morto.
Sorrento – La Processione Nera
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Tra le varie processioni della Settimana Santa che si svolgono in penisola sorrentina forse la più solenne è quella che si svolge la sera di Venerdì Santo ed è conosciuta come quella del «Cristo Morto», organizzata da molti secoli dalla Arciconfraternita della Morte di Sorrento. Viene aperta dalla Banda Musicale che intona musiche funebri di Chopin cui seguono i confratelli completamente vestiti di nero col capo ricoperto dal cappuccio. Si alternano quelli che portano le funi e i flagelli con quelli che portano i lampioni. Il nero stendardo della Compagnia della Morte apre la sequenza dei Martìri confratelli. Segue il folto e suggestivo coro polifonico del «Miserere» .
Agerola – La via Crucis
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La Via Crucis agerolese è sempre stata molto seguita e impiega un gran numero di figuranti in uniformi da soldati, giudici e dignitari dell’epoca romana. Questi sfilano in un corteo molto lungo riproponendo i protagonisti della Passione di Cristo. Inizia per le vie del centro verso le 14.30 per terminare verso le 21.30, snodandosi per circa dieci chilometri, con le stazioni allestite lungo le strade del paese. Il testo della rappresentazione è metà narrato e metà recitato ed è un evento molto suggestivo anche per l’accuratezza dei costumi e l’ambientamento delle scene.
Sarno – La Processione delle Croci
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Dal 1200 il Venerdì Santo, nel piccolo borgo medievale di Terravecchia di Sarno, si celebra la Processione delle Croci e dei Paputi. Le nove confraternite della cittadina fanno sfilare i loro associati incappucciati e vestiti di bianco portando sulle spalle delle croci lignee. Solo quelli della Confraternita di S. Matteo portano il cappuccio rosso, simbolo di sofferenza, sangue e dolore. L’intero percorso è accompagnato da canti religiosi che sottolineano il dramma della morte.
Maiori – La Processione dei Battenti
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la Processione dei Battenti a Maiori inizia il Giovedì Santo e finisce nella giornata di Venerdì. L’evento ha inizio ogni anno in località Santa Maria delle Grazie dove in ogni chiesa, si intona un canto così che le voci dei battenti svegliano le persone che abitano sulle strade da loro attraversate. Il Venerdì al calar delle luci Maiori si spegne ed è illuminata da torce e candele ed i fedeli partecipano, stazione dopo stazione, alla sofferenza che il Cristo subì. piangente il Cristo morto. Un rito antichissimo organizzato dalle antiche confraternite religiose .
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