A Napoli dalle leggende nascono i luoghi e i loro nomi. Questa è la storia di un Castello sorretto da un Uovo magico che, finché resterà integro, proteggerà la città da qualsiasi sventura.
AGGIORNAMENTO – GENNAIO 2024 – Il Castello è per il momento chiuso al pubblico per lavori urgenti. Maggiori informazioni Comune di Napoli
Castel dell’Ovo si trova sull’isolotto di Megaride, lembo di terra da cui ha avuto origine la storia di Napoli e della sua antichissima civiltà. Oggi lo scoglio è noto con il nome di Borgo Marinari ed è uno dei luoghi più caratteristici e amati della città, soprattutto nelle sere d’estate quando la brezza marina mitiga la calura e concede ristoro agli avventori, tra il porticciolo, i locali tipici e i ristoranti storici. L’isolotto è collegato alla terraferma da un ponte che lo ricongiunge a Via Partenope, vale a dire all’incantevole lungomare napoletano.
La storia del Castello più suggestivo di Napoli
Castel dell’Ovo è il più antico castello di Napoli e forse anche il più suggestivo perchè poggiato in mezzo al mare. La sua storia inizia durante l’età imperiale romana e arriva pressoché ininterrotta ai giorni nostri. Ricostruirla equivale a percorrere a ritroso il nebuloso spazio del tempo, districando la realtà dalle leggende, slegando i fatti dai miti e dalle credenze popolari, come quella del poeta-mago Virgilio e del suo uovo.
Prima del Castel dell’Ovo sull’isolotto di Megaride fu edificata la lussureggiante dimora gentilizia del console romano Lucio Licinio Lucullo, il primo ad accorgersi delle straordinarie potenzialità che questo luogo serbava. Nel suo Castrum Lucullanum Lucio Licinio si dedicò allo sfarzo, alla filosofia, agli studi, all’arte e ai famosissimi banchetti dalla incredibile durata, durante i quali danze, spettacoli acquatici e giochi luminosi andavano a comporre quel complesso di eccessi che valse l’aggettivo di “luculliano.”
Il Castrum si estendeva fino ai piedi della Montagna di Pizzofalcone e raggiungeva l’area di Piazza Municipio oggi occupata dal Maschio Angioino. Era la villa più famosa del Golfo, la più grande, ma anche la più sofisticata: oltre ad aver raccolto i capolavori d’arte provenienti dalle provincie d’Asia e una vasta biblioteca, oltre a divenire crocevia di intellettuali e studiosi, essa era dotata di grandi peschiere nelle quali venivano allevati pesci rarissimi. Si sa che alla morte del console, la vendita dei pesci fruttò oltre quaranta milioni di sesterzi; la villa, invece, diventò di proprietà imperiale e corse lungo le vorticose linee della storia fino a divenire il luogo d’esilio dell’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, che qui morì nel 476.
Prima grande villa Romana poi ricovero di monaci
Quello che restava della casa romana diventò il ricovero di monaci e monache Basiliane, fungendo da eremo dal V al X secolo. Durante questa fase, giunse presso Castel dell’Ovo un’altra figura cruciale e determinante per la storia napoletana: una giovane vergine, di nobilissima stirpe che, mentre era in viaggio verso la Terra Santa, naufragò sull’isolotto; si chiamava Patrizia e, qualche secolo dopo, sarebbe diventata una delle sante più amate della città. Di tutta la vita d’età imperiale del Castrum restano i rocchi delle antiche colonne che è possibile visitare nella cosiddetta “Sala delle Colonne”.
Con l’arrivo dei Saraceni a Napoli, i Basiliani dovettero abbandonare Castel dell’Ovo che, poco tempo dopo, diventò a tutti gli effetti una cittadella fortificata, avamposto turrito a difesa della città. A questo punto Federico II di Svevia, a cui si deve la costruzione della Torre di Colleville, Torre di Maestra e Torre di Mezzo, vi trasferirà il tesoro reale.
Gli Angioini, gli Aragonesi e il grande castello sul mare diventò una prigione
Gli angioini vi fecero costruire due logge, mentre gli aragonesi, con Alfonso d’Aragona, realizzarono nuovi ambienti che ne cambiarono radicalmente l’uso. Da questo momento esso diventerà una prigione che ospiterà, tra gli altri, il filosofo Tommaso Campanella.
La lunga serie di riconversioni si arrestò con l’Unità d’Italia, quando fu utilizzato dalla Marina Militare come presidio di difesa per l’intero Golfo e fino agli anni ’80 quando passerà prima al Ministero per i Beni Culturali e poi al Comune di Napoli.
Oggi Castel dell’Ovo, dismesso il ruolo difensivo e militaresco, è un simbolo dello splendore e della Storia di Napoli. Nelle sale interne si svolgono mostre, meeting e convegni. Gli ambienti esterni costituiscono un punto di vista privilegiato e gratuito sul golfo di Napoli, una terrazza che affaccia su un panorama mozzafiato. Nei giorni tersi il colore caldo e giallastro della pietra viva che si specchia nella piccola e rilucente insenatura marina del Borgo plasma sorprendenti effetti di luce. Da alcuni punti è possibile guardare nella sua interezza l’arco di costa semplicemente voltando lo sguardo da un lato all’altro.
La leggenda dell’Uovo di Virgilio custodito nel Castello
A Megaride, dove la bellezza era spesso in esubero, giunse nel 45 A.C. il sommo poeta, Publio Virgilio Marone. Evidentemente ispirato dall’amenità e dalla quiete dei luoghi, qui scrisse alcune delle sue opere –le Bucoliche e quattro libri delle Georgiche-, ma qualcosa di più profondo su queste sponde lo legò alla città, che ne fece di lui un mago, una guida, un “defensor civitatis”.
La leggenda da cui deriva il nome del Castello è nata intorno alla figura di Virgilio durante il Medioevo. Si racconta che nei sotterranei del Castrum Lucullanum, il poeta-mago creò un artificio costituito da un Uovo infilato in una caraffa di cristallo e racchiuso in una gabbietta di ferro a sua volta sospesa al soffitto. Sull’uovo e sulla sua integrità si reggeva la stabilità dell’isolotto, del Castello e quindi dell’intera città.
Quando una forte mareggiata colpì Megaride il 26 luglio del 1370 distruggendo parte dei bastioni di Castel dell’Ovo, un prigioniero, tale Ambrogio Visconti, approfittò del trambusto per evadere dalla sua prigione, durante la fuga urtò la gabbia e fece rompere l’Uovo: il maniero cominciò a crollare e con esso parte del Monte Echia.
Per i napoletani i fatti stavano suffragando la leggenda, il panico in città non si arrestò neppure con il passare della tempesta: si rese necessario l’intervento della Regina Giovanna che ordinò la sostituzione dell’Uovo di Virgilio con un altro uovo affinché qualsiasi altra sciagura fosse scongiurata e la città potesse continuare e prosperare serena.
Dove si trova e come arrivare a Castel dell’Ovo
In questo periodo di emergenza per visitare il castello cittadino è necessaria la prenotazione obbligatoria sul sito del Comune di Napoli
- Orari: durante il periodo estivo 9:00 – 19:30. Nei giorni feriali 9:00 – 14:00. Domenica e festivi durante il periodo invernale 9:00 – 18:30. Nei giorni feriali 9:00 – 14:00 domenica e festivi
- Giorni di apertura: aperto tutti i giorni
- Dove: Via Eldorado, 3, 80132 Napoli NA (presso via Partenope – borgo marinaro)
- Prezzo biglietto: ingresso gratuiti
- Contatti e informazioni: +390817954592 – Sito ufficiale – Visite guidate