Il Gran Caffè Gambrinus di Napoli aprì il 12 maggio del 1860, quando c’erano ancora i Borbone
Una vera e propria istituzione cittadina il Gran Caffè Gambrinus di Napoli nei cui locali di Piazza Trieste e Trento e di fronte a Palazzo Reale e al San Carlo, sono passati capi di Stato, Reali e personaggi di spicco di tutto il mondo oltre a tantissimi turisti e napoletani che hanno voglia di un buon caffè e di un tuffo nella storia.
Ai suoi tavolini sono passati anche Oscar Wilde, Gabriele D’Annunzio, Ernest Hemingway, Matilde Serao, Ernesto Murolo, Eduardo Scarpetta, Totò, i fratelli De Filippo, Salvatore Di Giacomo, Eduardo Scarfoglio e i Presidenti della Repubblica in visita a Napoli, dove c’è la stupenda Villa Rosebery, residenza dei capi di Stato Italiani.
Il Gran Caffè Gambrinus è attualmente di proprietà degli imprenditori Sergio e Rosati e fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia. Fu aperto il 12 maggio 1860 ben 160 anni fa quando a Napoli regnava Francesco II di Borbone Re delle Due Sicilie e Maria Sofia di Baviera che lasciarono la città nel 1861 quando il regno fu inglobato nel Regno d’Italia.
Il Gran Caffè Gambrinus è tra i locali più celebri d’Italia
Il più importante Caffè di Napoli è anche tra i locali più celebri d’Italia ed è stato per lungo tempo il salotto del bel mondo cittadino.
Ristrutturato nel 1890 dall’architetto Antonio Curri il Gambrinus diventa un locale straordinario e pieno di opere d’arte ed è uno dei primi in città ad utilizzare l’illuminazione elettrica.
Assume allora il nome che conosciamo ancor oggi di “Gran Caffè Gambrinus” nome preso dal leggendario re delle Fiandre inventore della birra.
Da allora il Gambrinus conquista il cuore della vita mondana, culturale e letteraria della città con re, regine, politici, giornalisti, letterati e artisti di fama internazionale che ne fanno il loro luogo di ritrovo. Per anni si vedono nello storico locale personaggi illustri come l’imperatrice d’Austria Sissi, Gabriele D’Annunzio, Matilde Serao, Benedetto Croce, Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Jean-Paul Sartre e tanti altri.
Il Caffè fu chiuso nel 1938 perché considerato luogo antifascista e i locali furono ceduti in parte al Banco di Napoli fino agli inizi degli anni ’70 quando il Gran Caffè Gambrinus riuscì a rinascere grazie al pregevole restauro di stucchi e affreschi diventando di nuovo ad essere il salotto elegante della città.