Al Madre di Napoli la prima mostra in un museo pubblico italiano per Alessandro Mendini, grande architetto e tra le figure più importanti nel mondo del design e dell’architettura degli ultimi anni, recentemente scomparso. A Napoli, sue le stazioni della linea 1 della metropolitana di Salvator Rosa e Materdei e gli chalet e le luci della Villa Comunale
Al Madre di Napoli, il Museo d’arte contemporanea Donnaregina, ospitato nell’ottocentesco Palazzo Donnaregina, si terrà dal 29 ottobre 2020 al 1 febbraio 2021 la mostra Alessandro Mendini: piccole fantasie quotidiane la prima mostra, in un museo pubblico italiano, dedicata ad una delle più importanti figure nel panorama internazionale del design e dell’architettura del secondo dopoguerra.
L’evento, curato da Gianluca Riccio e Arianna Rosica, in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini e con l’Atelier Mendini, vuole mostrare attraverso una selezione originale dei suoi lavori, la multidisciplinarietà del lavoro di Mendini e il legame tra la sua poetica e la cultura artistica d’avanguardia.
Le piccole fantasie quotidiane di Mendini
Un percorso espositivo, in una serie di stanze tematiche, che vuole evidenziare “la mobilità del linguaggio mendiniano“, cioè la sua capacità di adottare un approccio ibrido come modus operandi.
Sale dove troveremo i suoi lavori tra arredi, disegni, bozzetti, prototipi, documentazioni di performance e altri prodotti di un artista e progettista che, in oltre cinquant’anni di attività, fu anche direttore di riviste come Domus e Casabella.
Una interessante mostra che indaga la multidisciplinarietà del lavoro di Mendini e il legame tra la sua poetica e la cultura artistica d’avanguardia.
Un focus sull’esperienza a Napoli di Mendini
Nella mostra ci sarà anche l’occasione di approfondire i lavori di Mendini a Napoli in un’apposita sezione. A Napoli conosciamo il Mendini progettista e realizzatore di grandi opere compiute in città a partire dagli anni Ottanta.
L’architetto Mendini ha infatti firmato in città alcuni dei suoi progetti italiani più noti, come la stazione della Linea 1 della metro di Salvator Rosa, la stazione di Materdei e la riprogettazione degli chalet, del verde e delle luci della Villa Comunale di Napoli.
Particolarmente vivaci ed eclettiche le due stazioni dell’arte di Napoli realizzate da Mendini che per l’occasione ha curato anche la risistemazione esterna delle stesse riqualificando le zone e i palazzi circostanti.
In particolare in quella di Salvator Rosa, che apre su due zone diverse, c’è stato anche un notevole intervento sulle strade, palazzi e zone adiacenti.
Non è mancata la valorizzazione di un tratto dell’antico acquedotto romano, che passava per la strada romana che portava dalla zona di Dante al Vomero e poi a Pozzuoli e il rifacimento dei palazzi circostanti, trasformandoli in opere d’arte,
Nella parte bassa della stazione, all’incrocio con Salvator Rosa e via Girolamo Santacroce è stata realizzata la guglia di vetro che sovrasta il mosaico di Chia e riqualificata la zona circostante.
A Materdei c’è anche stata la pedonalizzazione di parte di piazza Ammirato e di via Leone Marsicano e la variazione della viabilità nella zona.
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