Le figure leggendarie a Napoli sono tante, ma oggi ne scopriremo le quattro più conosciute insieme al creator digitale Effe_pad
È proprio quando si pensa di conoscere tutto ormai di Napoli che invece ne scopriamo un nuovo aspetto, a volte persino misterioso ed inquietante. Molti sono i miti e le leggende che racchiude infatti questa città, molte di queste sono più vicine a noi di quanto pensiamo… Ma nun mettetev’ appaura !
O ‘Munaciello
“È stato o’munaciello!” esclamiamo spesso noi napoletani. Ma di chi si tratta realmente? Mo v’ò raccont ij.
Molte sono le leggende riguardo questa curiosa figura e tutte hanno in comune una cosa: si tratterebbe di un uomo di piccola statura il cui aspetto deforme sarebbe celato da un saio simile a quelli dei monaci domenicani, da cui il nome. Nu personagg’ nu pocu bruttulillo. Secondo la nota scrittrice Matilde Serao si tratterebbe del figlio di una discussa coppia del’500, una ricca ereditiera ed un modesto garzone, che in gran segreto avrebbero dato alla luce un bambino deforme, preso in giro e denigrato da tutta la città che gli affibbiava ogni genere di colpa e sventura. Questa ipotesi sarebbe avvalorata dal ritrovamento dei resti di un uomo affetto da nanismo ritrovate in seguito.
Secondo altri il munaciello non sarebbe stato altro che nu pozzar’, mestiere della Napoli antica in cui la manutenzione idrica avveniva grazie a minuti acrobati che arrampicandosi nei cunicoli sotterranei si prendevano cura della città. Talvolta però approfittavano dei percorsi sotterranei per fare e’ mariuol, rubando oggetti in qualche casa o spesso facenn’ ammore cu’cocche femmena spusat. Di qui la tradizione di addossare la colpa di oggetti scomparsi al munaciello.
Pozzaro, nano o secondo altri diavulillo, una cosa è certa…meglio farselo amico lasciandogli in casa cocche cusarell a’ magnà, perchè come ogni napoletano annanz’ o’magnà se dimentica e’cattiverie.
Gli spiriti di Palazzo Donn’Anna
Proprio uno dei palazzi più affascinanti e più instagrammabili di Napoli nasconde in realtà un passato inquietante e vendicativo. Secondo la leggenda infatti Donn’Anna Carafa, durante le celebrazioni per l’inaugurazione della sua Dimora, attorno al 1645, organizzò uno sfarzoso spettacolo i cui attori non erano altro che gli ospiti stessi, come da usanza dell’epoca.
Protagonisti erano l’affascinante nipote dell’allora vicerè spagnolo Mercedes De Las Torres ed l’ammirato Principe Gaetano di Casapesenna, nell’interpretazione di una schiava innamorata del suo signore. Si narra che la scena d’amore tra i due fu così realistica da suscitare il dubbio in tutto il pubblico che iniziò a pensare non fosse solo finzione, soprattutto per la gelosissima Anna Carafa. Nei giorni seguenti all’evento Donna Mercedes scomparve senza preavviso, gettando inquietudine e dubbio a Palazzo e provocando nel Principe uno stato di disperazione senza eguali, mentre la padrona di casa celava invano una sospetta felicità. Si dice che ancora oggi, ogni notte, riecheggino le risate della vendicativa Donna Anna nel vedere i due giovani innamorati rincorrersi l’un l’altro senza mai potersi raggiungere.
I fantasmi di Castel Sant’Elmo
Andando a visitare Castel Sant’Elmo poco prima della chiusura non sorprendetevi nel vedere i custodi fà o’giall’ nel momento di perlustrazione del castello, rigorosamente in coppia. Da sempre infatti temono il momento in cui girare di sera nell’edificio per controllare sia vuoto, poiché spesso urla acute si sentono provenire dai sotterranei. I più cinici dicono sia colpa del vento ma ‘e chiù cacasott’ giurano siano le grida di sofferenza dei nemici che nei secoli provarono a conquistare il castello, rinchiusi dalle guardie reali senza pane né acqua, i cui spiriti ancora oggi si disperano. Altre leggende narrano che le urla provengano invece dalla cosiddetta Camera delle Maschere, dove personaggi del calibro di Totò ed Eduardo De Filippo si dice tornino in vita ogni notte per rindossare quelle maschere e spaventare i poveri custodi.
A’ Bella ‘Mbriana
È proprio il cibo, come sempre accade a Napoli, a fare da sfondo anche ad un’altra leggenda, quella della bella ‘mbriana. Definita da molti come anti-munaciello, rappresenta la protettrice della casa, a cui sempre bisogna lasciar spazio a tavola per assicurarsene i favori. Si narra che secoli fa la figlia di un facoltoso signore della Napoli antica, disperata per il matrimonio andato a monte, iniziò a cercare conforto nelle case dei napoletani, alla cui casa andava affezionandosi. Il padre, noto mercante, tentando in tutti i modi di risollevare l’animo della figlia, andava distribuendo denaro a tutti i napoletani, pregandoli di non negarle l’ospitalità. ‘E napulitan pe’ sorde e’carità da chillu moment aprirono semrpe e’ porte.
Il post è stato scritto in collaborazione con Fulvio Padulano
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