Duecento anni di attività per uno dei più prestigiosi istituti scientifici del Mezzogiorno voluto da Gioacchino Murat che, dopo l’Orto Botanico, volle nel 1812 la fondazione dell’Osservatorio Astronomico che fu completato dai Borbone al loro ritorno e aperto ufficialmente nel 1819.
Tutto nacque con Celestino Galiani che nel 1735 propose la riforma del sistema scolastico nel Regno di Napoli approvata poi dal sovrano Carlo di Borbone. Nel piano fu proposta, per la prima volta nel Mezzogiorno, la creazione della cattedra di Astronomia e Nautica, stante sia la lunga pratica dell’orientamento in mare tramite l’osservazione del cielo, ché la necessità di istruire le nuove generazioni al miglioramento delle tecniche di navigazione.
Da allora, ufficializzato lo studio dell’astronomia, sorse il problema di strumenti adeguati e di un luogo dove “osservare” gli astri. Una specola dunque, che mancava nel Regno dove però esistevano piccoli osservatori “privati” (di Lord Acton e del principe di Tarsia).
Bisogna però aspettare Gioacchino Murat e il governo francese del regno che, dopo l’Orto Botanico, volle nel 1812 la fondazione dell’Osservatorio Astronomico. La scelta del luogo cadde sulla collina di Miradois vicina al nuovo palazzo di Capodimonte e nel novembre del 1812 iniziarono anche i lavori.
Ma bisogna aspettare il ritorno dei Borbone con altri lavori e il 1819 per l’inaugurazione. A perenne ricordo sul fronte dell’edificio l’iscrizione “Ferdinandus I / Astronomiae Incremento / Mdcccxix”. Oggi dopo 200 anni l’osservatorio può annoverarsi tra gli istituti internazionali più attivi e prestigiosi al mondo. Visitarlo è sempre un’emozione in quanto dalla collina di Capodimonte la posizione dell’osservatorio è panoramicissima. L’edificio storico, detto della Specola, ha poi un suo fascino particolare: da uno scalone monumentale si arriva ad un’ampia terrazza su cui c’è la facciata principale. Le due torri circolari, costruite in epoca successiva, contengono strumenti troppo grandi che non trovarono altra sistemazione. Nel piazzale antistante ci sono le sei colonne sormontate dalla scritta dedicata al re Ferdinando I, mentre all’interno dell’osservatorio è alloggiato anche il Museo degli strumenti antichi.
Il museo conserva circa cento oggetti ed è unico nel Mezzogiorno. Contiene gli strumenti astronomici utilizzati nell’Ottocento che per quei tempi, erano d’avanguardia. Oltre ai suddetti pezzi esistono anche due strumenti del 1500 che provengono dalla collezione Farnese nonché il cerchio meridiano di Reichenbach, tra i primi e più importanti strumenti dell’Osservatorio. Visitarlo, oltre che un obbligo per i napoletani, si rivela anche un piacere per i magnifici giardini e il bel panorama in cui è ospitato.
Fonti fotografie 1, 2 e 4: Unione Astrofili Napoletani – Unione Astrofili Napoletani, associazione culturale senza fini di lucro ospitata dal 1976 in Osservatorio. Associazione di appassionati di astronomia, che da oltre 40 anni svolge attività di divulgazione al pubblico, di sostegno alla didattica e di tipo sperimentale e che dal 1992 ha in essere una convenzione con lo stesso Osservatorio, unica nel suo genere in Italia grazie alla disponibilità dei Direttori che si sono succeduti dall’epoca.
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