Tra i tantissimi e straordinari luoghi della Campania ne esistono tre in particolare che meritano una visita per il bellissimo patrimonio di valori spirituali, architettonici e artistici che custodiscono: sono le tre Certose esistenti in Campania
In Campania esistono da secoli tre splendide Certose, cioè monasteri di monaci certosini, che non sono tanto visitate quanto meritano. Sono la Certosa di San Martino a Napoli, quella di San Giacomo a Capri e la straordinaria e grande Certosa di San Lorenzo a Padula, splendidi esempi di una civiltà plurisecolare, ed in passato vere e proprie cittadella monastica tra le più imponenti d’Europa.
Tre luoghi simbolo della storia universale e di quella della nostra terra e un patrimonio unico e straordinario dell’immaginario religioso, architettonico e artistico della Campania.
Vi parleremo brevemente di questi splendidi luoghi dell’anima sperando di suscitare in voi il desiderio di scoprirle o di rivederle dal vivo in tutto il loro splendore non appena sia possibile.
La Certosa di San Martino a Napoli
A Napoli sulla collina di Sant’Elmo esiste la Certosa di San Martino uno straordinario monumento che è un vero trionfo del barocco. Nei suoi locali oggi si trova l’attuale Museo di San Martino con le sue sezioni museali di storia Patria, sulle carrozze, sulle le grandi navi borboniche, con la splendida pinacoteca del “quarto del priore” e una straordinaria collezione di presepi napoletani.
La Certosa fu realizzata verso la metà del 1300 dall’architetto e scultore senese Tino di Camaino, già famoso per il Duomo di Pisa ed ha conservato dell’impianto originario i grandiosi sotterranei gotici. Nel 1581 assume l’attuale raffinata veste barocca con il Chiostro Grande, nuove celle e la splendida struttura del quarto del Priore realizzata dall’architetto Dosio. Durante il 1600 vi lavora anche Cosimo Fanzago che lascerà segni della sua personalità decorativa nella splendida Chiesa e in ogni luogo del monastero. Purtroppo il complesso subisce danni durante la rivoluzione del 1799, viene poi occupato dai francesi e l’ordine dei certosini soppresso.
I monaci rientrano poi a San Martino nel 1804 ma dopo alterne vicende e altre destinazioni d’uso la Certosa viene destinata definitivamente solo nel 1866 a museo per volontà di Giuseppe Fiorelli e poi unita al Museo Nazionale come sezione staccata ed aperta al pubblico nel 1867. Oggi è un museo autonomo.
La Certosa di San Lorenzo a Padula
La Certosa di San Lorenzo a Padula, in provincia di Salerno, è il più grande e bel complesso monastico dell’Italia Meridionale e dal 1998 è patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Dispone di due grandi aree, una destinata alle attività di sostentamento della comunità certosina e l’altra per la vita comunitaria e la clausura dei monaci, che sono costruite attorno a uno dei chiostri più grandi del mondo.
Fu costruita inizialmente nel 1306 per volere di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore dei Vallo di Diano ma i lavori di ampliamento proseguirono fino al XIX secolo. I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante il decennio francese del Regno di Napoli e i ricchi mobili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi interamente dispersi e la struttura fu abbandonata. Fu poi dichiarata monumento nazionale nel 1882 ed ebbe inizio un lungo restauro. La Certosa è un luogo straordinario con una grande corte esterna costituita da un grande cortile rettangolare intorno al quale erano ospitate buona parte delle attività produttive. Arricchita in epoca barocca la Certosa presenta vari Chiostri e una grande Chiesa a navata unica con cinque cappelle sul lato destro, e divisa in due zone da una parete. Accanto alle cappelle laterali, si trovano la Sala del Capitolo e la Cappella dei Tesoro, che era una struttura dove si conservava il ricchissimo arredo della chiesa. Splendida anche la grande cucina settecentesca con enormi tavoli di lavoro in pietra e la cappa.
Bella la Biblioteca che conserva il pavimento maiolicato e le decorazioni del soffitto dove c’erano decine di migliaia tra libri, codici miniati, manoscritti di cui ne sono rimasti solo 2000 volumi dopo l’intervento francese. Straordinario il chiostro grande che è uno dei più grandi d’Europa con i suoi quindicimila metri quadrati di superficie costruito nel 1583 su uno preesistente. Bello anche lo scalone ellittico a doppia rampa, l’ultima opera che i certosini riuscirono a realizzare prima dell’intervento francese, che unisce i due livelli dei chiostro grande. Una struttura maestosa illuminata da sette grandi finestroni che si aprivano sul paesaggio circostante. Un monumento straordinario e grandissimo, patrimonio dell’umanità, che merita assolutamente una visita.
La Certosa di San Giacomo a Capri
La Certosa di San Giacomo si trova a Capri e fu costruita nella seconda metà del ‘300 per volere di Giacomo Arcucci, Gran Camerario della regina Giovanna I d’Angiò. Attualmente ospita il museo dedicato al pittore tedesco Karl Diefenbach. Nel 1373 la Regina, già protettrice dei Certosini di San Martino, inviò sull’isola i Padri che avrebbero abitato la Certosa che nei secoli subì gravi danni per le incursioni dei pirati sull’isola.
Fu poi parzialmente trasformata e ampliata nel Cinquecento e nel Settecento e al primitivo Chiostro trecentesco, detto Chiostro Piccolo fu aggiunto nel secolo XVI, il Chiostro monumentale, detto Chiostro Grande, con pilastri in pietra calcarea. Intorno al Chiostro Grande si aprono le celle dei monaci e il cosiddetto Quarto del Priore, che si affaccia sul Giardino del Priore, ricco di spezie e piante medicinali delle spezierie certosine. Del 300 é anche la Chiesa, con affreschi datati tra la fine del secolo XVII e l’inizio del XVIII.
Nel 1808 la Certosa fu soppressa e destinata a carcere per anarchici e militari, ritornando solo negli anni Trenta del Novecento sede di ginnasio affidata ai Canonici regolari Lateranensi. Dopo la seconda guerra mondiale fu abbandonata e solo nel 1975 nel Refettorio è stato allestito il Museo Diefenbach e ospita mostre ed eventi temporanei.