La grande storia dell’antica istituzione napoletana che per secoli ha avuto cura dei bambini abbandonati nel grande complesso monumentale della SS.Annunziata nel centro storico di Napoli a pochi passi dalla zona di Forcella.
La Real Casa Santa dell’Annunziata di Napoli è stata un’antica istituzione finalizzata all’accoglienza e all’assistenza dei neonati abbandonati. Fu fondata nel lontano 1304 per iniziativa di due nobili napoletani, i fratelli Nicolò e Jacopo Scondito che, nel 1343, ottennero anche l’aiuto della moglie del Re Roberto d’Angiò, la regina Sancia di Majorca.
Nei secoli l’istituzione continuò il suo apprezzabile lavoro e fu ampliata nel 1433 per volontà della regina Giovanna II raccogliendo cospicue donazioni dai nobili del regno. Nel 1577 la Real Casa Santa dell’Annunziata riuscì anche a dare vita ad una banca, il Banco dell’Ave Gratia Plena che, tra alterne e complesse vicende fu tra quelli che portarono alla nascita del Banco di Napoli.
La cura e l’assistenza dei bambini abbandonati all’Annunziata
La Real Casa Santa dell’Annunziata ha svolto il suo apprezzabile compito per oltre seicento anni, divenendo un’istituzione conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. Fu sciolta nel 1980 dopo aver accolto e cresciuti per secoli i bambini orfani o rifiutati dalle proprie stesse madri. In questi secoli l’Annunziata funzionò sia come istituzione benefica e brefotrofio sia, negli ultimi anni della sua grande storia, come Ospedale per bambini della SS Annunziata.
La ruota degli Esposti per lasciare i neonati in modo anonimo
La casa dell’Annunziata accoglieva tutti i bambini orfani e quelli che per varie ragioni erano abbandonati dalle loro madri che spesso non avevano modo di crescerli o perché figli illegittimi. I neonati venivano lasciati quasi sempre di notte ed in maniera anonima tramite la famosa ruota degli esposti.
La ruota era una bussola girevole e cilindrica quasi sempre realizzata in legno e suddivisa in due parti chiuse con uno sportello. Era posta lungo le mura della Real Casa Santa dell’Annunziata in un luogo posteriore e poco illuminato e la bussola di legno aveva una parte rivolta verso l’esterno e l’altra verso l’interno e ruotava lungo un’apertura presente sul muro.
Un sistema ingegnoso che permetteva alle persone, senza che nessuno potesse vederle in faccia, di mettere in modo anonimo i neonati nella grande bussola, facendola poi girare in modo che il bambino si ritrovasse subito tra le mura della Santa Casa. Quando la ruota girava suonava all’interno una campanella e il personale, che era sempre presente nella stanza interna, apriva lo sportello e accoglieva il neonato fornendogli subito le cure necessarie.
Vicino alla ruota c’era anche una fessura nel muro dove si potevano inserire offerte per sostenere chi si prendeva cura dei piccoli esposti e, eventualmente, documenti, piccoli gioielli o altri segni di riconoscimento, che avrebbero facilitato una eventuale successiva individuazione.
E’figl’ “ra Maronn” della Casa dell’Annunziata
Da quel momento i bambini abbandonati erano presi in cura dall’istituzione e diventavano e’figl’ “ra maronn”, cioè i figli Madonna, perché venivano da lei protetti durante la loro vita, e assistiti e ospitati nella casa fino alla maggiore età. A tutti veniva data una istruzione minima che serviva per apprendere un lavoro e alle bambine anche una piccola dote. La Madonna era scolpita sul portale cinquecentesco d’ingresso del Complesso e vegliava sui piccoli ospiti.
La prima ruota degli esposti a Napoli venne istituita nel 1600 nella Real casa dell’Annunziata, all’interno della Basilica della Santissima Annunziata Maggiore che ancor oggi si trova vicino a Forcella e continuò ad essere attiva fino al 1875, ma, per diversi anni i piccoli continuarono ad essere lasciati di notte sui gradini della chiesa.
I registri con i nomi dei bambini “esposti”
A partire dalla fine del 1500 si iniziarono ad utilizzare dei registri nei quali si annotavano il giorno e l’ora di ingresso, l’età e lineamenti del piccolo, e gli eventuali segni di riconoscimento lasciati come abiti, biglietti o piccole doti. A volte era lasciata una parte di una moneta o di una carta con la quale chi lo lasciava pensava di poterlo riconoscere e riprendere successivamente ma la maggior parte delle volte i piccoli erano lasciati solo con degli stracci che li coprivano.
Il grande complesso ospitava al suo interno anche un conservatorio dedicato proprio alla cura dell’infanzia abbandonata. Il primo bambino si è ritrovato nei primi archivi giunti fino a noi fu censito nel lontano 1623 e portava il cognome famoso a Napoli degli Esposito che derivava dall’essere esposto e fu chiamato Fabrizio, che da allora assunse il significato di “figlio della Madonna”.
Maggiori informazioni – Complesso dell’Annunziata Via Annunziata, 34, 80139 Napoli – tel. 081/289032 – Il Complesso è in genere visitabile dal lunedì al sabato ore 9.00 – 18.00
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